domenica 28 febbraio 2016

Recensione "Lo Chiamavano Jeeg Robot"

"Lo chiamavano Jeeg Robot " è un film di un supereroe di Tor Bella Monaca.  Si proprio quel quartiere, quello di Roma sulla Casilina dopo il raccordo, in Italia.
Sorprendentemente una storia fantastica trova finalmente dimensione in una città come Roma, percossa da tensioni politiche, manifestazioni popolari, atti di violenza, criminalità e bande criminali, il tutto immerso in uno scenario rovinoso e instabile che fa da sfondo agli eventi narrati.
Tra barili radioattivi, superpoteri, cattivi spietati, azione  e soprattutto il sogno e la fantasia che trova sbocco in una città ormai inaridita dal reale, Gabriele Mainetti riprende tutti i crismi del racconto da "Superhero" americano, nella figura di Enzo (Claudio Santamaria) dalle sue origini fino  alla ricerca della sua identità, nell' antagonista folle, oscuro e carismatico detto "Lo Zingaro" (Luca Marinelli), fino al tallone d'Achille del nostro eroe espresso nell'incontro con Alessia (Ilenia Pastorelli) che lo conduce a riscoprire la responsabilità del suo potere tramite l'anime di "Jeeg Robot", il tutto immerso nella città Capitolina e  nell'incredulità che questa storia possa accadere in un contesto come il nostro.
"Lo chiamavano Jeeg Robot" non è solo un film di supereroi, ma è un film su un riscatto. Un film dedicato e fatto a e da quei figli degli anni '70 che trovano in quest'opera la degna celebrazione di un immaginario dimenticato. E'una ripresa di quella visione culturale caratterizzata dai robot giapponesi di Go Nagai o dai fumetti Marvel ,pubblicati dalla allora Corno editrice,  tagliata da una crisi economica e da un palinsesto televisivo caratterizzato dai varietà della domenica pomeriggio, dai reality riduttivi e dalla superficialità di prodotti di distrazione a basso costo (non a caso il cattivo è figlio mediatico di quelle trasmissioni). Il "Jeeg Robot" di Go Nagai, autore Giapponese  di  anime e manga come Mazinga, Goldrake, Getter Robot ecc., è una delle opere  d'intrattenimento fondamentali dell'immaginario dei bambini di fine anni 70 e inizi 80 che si sono nutriti rigorosamente di quei prodotti assorbendone tutte le valenze  e le conflittualità della lotta  del bene contro le forze del male e dei principi di giustizia e libertà. Quei bambini sono ormai cresciuti, come il protagonista della storia, induriti da una vita che gli ha fatto dimenticare i valori sognati nei loro cartoni animati preferiti. Il DVD di Jeeg Robot diventa quella connessione persa, quel passaggio sospeso che come una ricerca della propria identità deve essere recuperato, in nome di quel riscatto da una realtà che non sogna più e  che non vuole più fantasticare. Una realtà che dopo il boom economicodegli anni 80 è stata assorbita dalle periferie degradate, da una crisi economica, dagli interessi speculativi, dalla disoccupazione e dalla mancanza di vedere oltre i propri limiti. Il potere di Enzo è il risveglio e il riscatto  di quella generazione che finalmente vede di nuovo raccontare quell'immaginario che non si è più voluto ascoltare, quella favola a cui nessuno ha voluto più credere, ma che si riaccende nella figura di un figlio di quegli anni che comincia a risentirsi protagonista degli eventi ma soprattutto nella consegna di  se stesso al bene degli altri e alla riscoperta del sogno che da troppo tempo è stato interrotto.




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